#AI #Garante #Privacy #Protezione Dati #Smartphone
Lo smartphone mi spia!!! Forse si, ma non solo, e spesso lo autorizziamo noi
da SicilPrivacy il 27/11/2023Ci capita spesso di visitare aziende che operano in svariati ambiti per effettuare incontri formativi e informativi sui temi privacy. L’obiettivo è quello di trasferire quelli che sono i principi fondamentali della materia regolamentata dal GDPR a tutti coloro i quali, all’interno dell’azienda, si troveranno a trattare i dati personali.
Comprendo che parlare di titolari del trattamento, autorizzati, informative e basi giuridiche possa risultare soporifero per qualcuno. Nonostante slide accattivanti, per quanto lo permetta l’argomento trattato, esempi riportati sul quotidiano, capita di faticare a tenere alto il livello di attenzione. Ho notato, comunque, un insolito entusiasmo quando si inizia a parlare di consensi al trattamento per attività di marketing.
Puntualmente arriva l’intervento: “Subito dopo aver parlato con qualcuno di un certo prodotto inizio a ricevere pubblicità ovunque.” Da lì, si accende il dibattito su smartphone che ci spiano e su “Alexa” riposta in uno scatolone in cantina “perché ascoltava tutto quello che dicevamo”.
Ma se un argomento suscita così tanto interesse forse è bene affrontarlo cercando di fare chiarezza con la dovuta attenzione e con le dovute conoscenze.
Quando parliamo di un prodotto e poi vediamo pubblicità o suggerimenti correlati a quel prodotto sul web, ci sono diverse spiegazioni possibili, tra cui:
· Targeting Pubblicitario Basato sui Cookie e sulla Cronologia di Navigazione: Se abbiamo cercato informazioni su un prodotto su Internet o abbiamo visitato siti web correlati, i cookie e altri strumenti di tracciamento possono registrare questa attività. Gli inserzionisti usano queste informazioni per mostrarci annunci mirati. Questa è la forma più comune e diretta di targeting pubblicitario.
· Reti Social e Piattaforme di Vendita Online: Se discutiamo di un prodotto sui social media o su piattaforme di vendita online, queste piattaforme possono usare i dati delle nostre conversazioni per mostrarci annunci correlati. Molti social network e siti di e-commerce hanno algoritmi sofisticati che analizzano le interazioni degli utenti per personalizzare l'esperienza pubblicitaria.
· Ascolto Ambientale da Parte di Dispositivi Intelligenti: Sebbene sia un argomento controverso, alcuni utenti temono che smartphone, assistenti vocali intelligenti e altri dispositivi possano "ascoltare" le conversazioni ambientali e utilizzare queste informazioni per il targeting pubblicitario. Tuttavia, le aziende dietro questi dispositivi spesso negano che ciò avvenga senza il consenso esplicito dell'utente.
· Coincidenza o Effetto Baader-Meinhof: A volte, il notare pubblicità o suggerimenti di un prodotto di cui abbiamo appena parlato può essere una coincidenza. Questo fenomeno è noto anche come effetto Baader-Meinhof, una forma di bias cognitivo in cui una cosa che hai recentemente notato, imparato o discusso sembra manifestarsi con una frequenza insolitamente alta.
· Algoritmi Predittivi: Gli algoritmi di apprendimento automatico utilizzati dalle piattaforme online possono prevedere i tuoi interessi basandosi su un'ampia gamma di dati, inclusi i dati demografici, il comportamento di navigazione, le interazioni precedenti e i trend tra utenti con interessi simili. Questo può portare a suggerimenti sorprendentemente accurati.
Le intelligenze artificiali (IA) sono ormai dei sistemi in grado di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l'intelligenza umana. Questi compiti includono il ragionamento, l'apprendimento, il riconoscimento di schemi, il linguaggio naturale, la percezione e l'adattamento a nuovi contesti.
L'IA può utilizzare l'apprendimento automatico per analizzare grandi quantità di dati utente e creare modelli predittivi. Questi modelli possono prevedere comportamenti, interessi o preferenze basandosi sui dati raccolti. I dati degli utenti vengono utilizzati per personalizzare l'esperienza online. Ad esempio, i siti di e-commerce utilizzano l'IA per raccomandare prodotti basati sulle abitudini di acquisto, mentre i servizi di streaming utilizzano dati simili per suggerire film o musica.
Ma tornando sullo smarthphone che potrebbe spiarci il tema, nonostante sempre attuale, non è nuovo.
Già nel 2021 in seguito a diverse segnalazioni e ad una inchiesta di un noto programma televisivo, il Garante per la Protezione dei Dati Personali in Italia ha avviato un’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, esaminando una serie di app tra le più scaricate per verificare la loro accessibilità ai microfoni degli smartphone. L'obiettivo era di scoprire se queste app accedessero costantemente ai microfoni dei dispositivi, anche quando non in uso, per carpire informazioni e rivenderle a terze parti per finalità commerciali.
La situazione ha evidenziato una tendenza degli utenti a concedere autorizzazioni illimitate alle app al momento del download, inclusa quella per l'accesso ai microfoni, spesso senza una piena consapevolezza delle conseguenze di queste scelte. Questa pratica ha sollevato preoccupazioni riguardo al rispetto della privacy e della sicurezza dei dati degli utenti.
Il Garante ha sottolineato l'importanza di un'adeguata informazione agli utenti sul trattamento dei loro dati e sulla raccolta del loro consenso, in linea con il GDPR, che richiede che l'informativa sia chiara, trasparente e facilmente comprensibile, e che il consenso sia raccolto in modo libero, specifico, informato e inequivocabile.
Inoltre, il Garante ha ribadito l'invito ai titolari del trattamento dei dati a semplificare le informative, utilizzando simboli ed immagini, per aiutare gli utenti e i consumatori a fare scelte libere e consapevoli.
A questo punto, ci sembra no utili alcuni suggerimenti:
· Valutare il numero di app necessarie sul proprio dispositivo
· Considerare l’effettiva necessità delle autorizzazioni concesse alle app
· Leggere attentamente l’informativa sul trattamento dei dati personali
Ricordare la possibilità di disattivare le autorizzazioni concesse.